giovedì 13 ottobre 2011

TheSartorialist VS Giralamoda


Sicuramente conoscete tutti The Sartorialist, capostipite di tutti i fashion street blog che affollano il web con risultati che vanno dall'eccellente all'imbarazzante. E sicuramente molti si ricorderanno anche di Giralamoda, il gioco degli anni '90 delizia di tutte le bambine hipster-fashion designer-wannabe (dire sarte non farebbe figo allo stesso modo). Ecco, a chiunque ami almeno una di queste due cose, consigliamo di passare su http://thesartorialtwist.com/, sito che crea look random pescando pezzi di fotografie dall'archivo del Sartorialist combinandole in modi che, a volte, riescono a rasentare il sublime.













venerdì 5 agosto 2011

Up the Multi-Ethnicity # 2


Giovani suonatori di fisarmoniche dalle regioni Balcaniche




E' impossibile non lasciare monete da almeno 2 euro se non banconote da 5 e/o 10 euro a questi fantastici artisti che allietano le nostre serate in giro per le strade del centro. Oppure quando passano per le vie dei quartieri piu' interni dove, comodamente seduto sul divano, li senti arrivare e ti affacci al balcone o alla finestra per lanciare le monetine direttamente dal quarto piano. Portano una ventata di gioia e tradizioni dell'est oltre ad avere delle effetive doti come musicisti, cantanti e suonatori. La loro hit dele ultime settimane è "Bella ciao" che cantano ininterrottamente intonando "che bella ciao che bella ciao" in sostituzione dell'intero testo della canzone. Il "che" è una loro aggiunta, una personale estrosità.


(click sull'immagine per vederla piu' in grande)








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lunedì 25 luglio 2011

Movie, Gif, Neon!

Tempo fa ci eravamo fissati con delle serie di gif animate che mostravano una scena di alcuni film famosi (per chi volesse recuperarle, le trovate qui: http://flashtheblog.blogspot.com/2010/11/one-second-one-film.html).


Ora abbiamo scoperto un'artista che partendo da un concetto simile, ci aggiunge un altro elemento, formando una triade che non possiamo che amare: Movie, Gif, Neon!














Trovate altre neon gif e altre immagini originali tutte a tema cinematografico sul blog di Mr Whaite:






sabato 23 luglio 2011

Amy

We really loved you
you'll be missed











Tears Dry On Their Own






venerdì 22 luglio 2011

G8 10 anni dopo - un post post-politico venato di ricordi imprecisi e massimalizzazioni








Sono passati 10 anni dal G8 di Genova. Di solito è una di quelle occasioni in cui tutti ne parlano, si fanno speciali, reportage, ci si fa sopra anche spettacolo. Invece non se ne è poi parlato molto, forse perchè sembrano passati molti più di 10 anni. Io mi ricordo il G8. Avevo 16 anni, e forse è stato uno dei primi eventi internazionali di cui ho una memoria vivida, in cui sentivo di avere una mia opinione su quello che stava accadendo, o almeno, una parvenza. Mi ricordo una sorta di trasporto condiviso, di coinvolgimento, un'indefinita speranza che qualcosa potesse scaturire da quel movimento. Anche se nessuno sapeva poi di preciso cosa. Mi ricordo un movimento trasversale, gente di tutte le età, ma soprattutto giovane, o almeno così lo percepivo, ed era strano perchè per qualche verso ricordava quei movimenti di decenni prima che ci erano stati raccontati in maniera quasi mitologica. Ed esisteva lì, proprio nel momento in cui avevo l'età in cui il trasporto verso i movimenti che ti fanno sentire ora-e-qui è massimo. Forse ne ero - ne eravamo - attratti soprattutto perchè la frase di Terry Pratchett "Date a un uomo qualcosa di nuovo in cui credere accompagnato da una bella divisa e sarà vostro per sempre" è sempre più vera mano a mano che si scende sotto i 30. E lì c'era sia una divisa, sia un qualcosa di nuovo in cui credere (anche se poi nuovo non era, aveva solo cambiato qualche nome e qualche parola d'ordine). C'era un'identità, ed è stato l'ultimo momento in cui l'identità percepita di una generazione sembrava essere un'identità politica. Quei giorni mi sembrano aver cambiato soprattutto questo. Da quei giorni in poi, qualunque ragazzo alla ricerca di un'identità difficilmente l'ha cercata in un movimento capace di unire sulle basi di una condivisione di obiettivi, o di speranze, per l'appunto, politiche. Non che non esista più alcun interesse per l'argomento, ma le proprie idee su certi sembrano essere diventate qualcosa di estremamente privato, e quando ti ritrovi a parlarne con qualcuno, hai quasi la sensazione che l'altro pensi che tu gli stia guardando nelle mutande.

Pensavo a questo, non sapevo se erano sensazioni solo mie o no, poi mi è capitato di leggere un'intervista alla persona che si nasconde dietro al gruppo I Cani, in cui parla della generazione '83-'92, e in cui, in particolare, parla delle occupazioni durante il liceo. Magari sembrerà una leggerezza accostare un movimento finito in quella maniera tragica con le "okkupazioni", ma alla fine nella loro stupidità, era proprio lì dentro che magari solo per sentirsi accettati ci si interessava di certi argomenti, e per la prima volta certi temi entravano nella tua vita.

Dice "I nati tra l’83 e l’89, a cui appartengo io, hanno vissuto i colpi di coda di queste occupazioni, di questo fenomeno in declino dal Sessantotto a oggi. Noi abbiamo l’idea di cosa significhi porsi come gente che vuole migliorare il mondo però non ci abbiamo mai creduto fino in fondo... E poi c’è la generazione di quelli nati tra l’89 e il 92, che invece sono quelli che non si sono neanche posti il problema. L’altro giorno sono andato a fare il fonico al Tasso, che è la scuola politicizzata di sinistra a Roma. È rimasto il farsi le canne. La cosa più politicizzata che ho visto erano le bandiere della Giamaica, tutto l’immaginario relativo alla ganja, però per quanto riguarda l’impegno politico zero."

E io mi ci riconosco, nel senso che forse non ci ho mai creduto veramente, sapevo che era poco più di un gioco sognare di far parte di una generazione che poteva cambiare il mondo, ma è un gioco a cui a una certa età è giusto giocare perchè anche se non farà evolvere il mondo, fa evolvere te.

E un pò mi spaventa chi non ha mai vissuto un periodo così, perchè un tipo come Churchill diceva "Chi non è di sinistra da giovane è senza cuore", ma secondo me la frase si può cambiare. Al posto di sinistra ci puoi mettere pure i rettiliani, basta avere un momento in cui capisci che la tua identità condivisa con altri può essere non solo i posti che frequenti la cosa che studi i libri che leggi e la musica che ascolti, ma anche la sensazione di far parte di un grande gruppo che vuole cambiare il mondo, in meglio. Anche se sotto sotto lo sai da subito che non ce la farà mai.

Trovate il resto dell'intervista al signor Cani, in cui dice anche cose molto più interessanti di queste, qui

Per ricordarsi un po' di cosa è successo 10 anni fa, qui






mercoledì 20 luglio 2011

Uh! We were in Benicassim!





Insomma alla fine ci siamo finiti anche noi, in mezzo ai palchi e alla sabbia di Benicassim, il festival a cui tutti sono andati o a cui tutti dicono di voler andare. Partiti gettati nel terrore dalle più nefaste previsioni di tutti i nostri amici, conoscenti e gente incontrata a caso sulla capacità umana di sopravvivere a questo festival, eccoci indietro pronti per commentare cosa abbiamo visto, e vissuto.


Previsione numero 1 (livello di apocalitticità, 9/10)



Il campeggio. Campeggiare nel Campfib. Il 14 luglio, giorno di partenza, ero giunto a credere che piantare la tenda in quel luogo fosse come partecipare a una maratona nel deserto inseguito dai beduini. "Non ci sono alberi!". "Pianterete la tenda in mezzo alla roccia viva!". "Vi sveglierete alle 7 del mattino in mezzo alle fiamme!". Invece insomma, tranquillo, alberi, tendoni, caldo sopportabile. Nonostante le condizioni precarie della nostra giaciglio oltretutto. Già, perchè arrivati sul posto, ci accorgiamo di aver dimenticato il non trascurabile particolare della struttura della tenda, e, dopo aver tentato e riuscito il furto dei pali di un'altra tenda apparentemente abbandonata (pali rivelatisi poi inutilizzabili) ci dobbiamo arrangiare grazie a un complicato sistema alberi - corde - pali di metallo - passanti - elastici. Il risultato? Tenda in piedi, nessuna copertura, e privacy ricavata con asciugamani appoggiati sulla cima. Se avesse iniziato a piovere, come il secondo giorno ha tentato di fare, tutti i nostri averi sarebbero ora minimo dalle parti di Granada.


Previsione numero 2 (livello di apocalitticità, 7/10)


 

Gli orari. In effetti, quando la prospettiva è che gli headliner saliranno sul palco alle 3 di notte, qualche ragione per supporre che i ritmi siano massacranti la trovi. Quando però poi ti accorgi che puoi passare tutta la giornata al mare, tornare in campeggio alle 7 e mezza, aver tempo di usufruire dei drink comprati al supermercato sotto il tendone del bar, per poi placidamente recarti all'area concerti, bè, del concetto di frenesia tipico di altri festival non ne vedi l'ombra neanche in lontananza. Sarà perchè ci sono pochi alberi.


Previsione numero 3 (livello di apocalitticità, n.p.)

Fib = Festival Internacional de Benicassim, recita l'acronimo. In realtà, Fib dovrebbe stare al massimo per Festival dell'Inghilterra Balneare. Perchè in effetti, i tre quarti delle persone che incontri sono di nazionalità inglese. Benicassim è l'equivalente di Brighton, se dio avesse fornito a Brighton un clima adatto alle condizioni di vita umane.

Qui inserirei una piccola digressione sulla fauna che l'Inghilterra importa in Spagna durante questi giorni. Uno potrebbe pensare di trovare il paradiso dell'hipster medio (altra previsione che ci era stata fatta, livello di apocalitticità 7/10, "E' un festival per fighetti!"), mentre invece, le tipologie sono molto più diversificate.


L'inglese medio


Disagio e rischio morte per asfissiamento in tenda



Nettamente la tipologia più presente, è la classica persona che se fosse nata in Italia, ascolterebbe Ligabue, e andrebbe in vacanza qualche giorno in riviera. E questo gioca del tutto a favore dell'Inghilterra.


Rocky Horror Picture Show meets Moira Orfei






Non la più presente, ma decisamente la più visibile. La tipologia, pur essendo presente anche in altri festival, raggiunge qui delle vette sublimi, tanto da indurmi a credere che gli inglesi abbiano una intolleranza allo iodio e che il suo abuso li porti a perdere ogni freno inibitorio (purtroppo non abbiamo foto dei nostri vicini di tenda che l'ultima sera decidono senza apparente motivo di vestirsi da neonati in fasce con tanto di pannolone, cappellino, ciuccio e nient'altro, per poi ubriacarsi senza ritegno grazie a giochi alcolici le cui regole non hanno mai varcato la manica)


L'hooligan



Tende a esprimersi a cori, a ferirsi continuamente, a riempirsi il corpo di scritte e simboli incomprensibili, e a bere molta più birra di quanto un uomo possa ragionevolmente contenere. Lo incontri in campeggio, o che vaga urlando nelle retrovie fra un palco e un altro. Piccola e pericolosa variante, l'hooligan picchiatore, che invece passa i concerti nelle prime file, cercando in tutti i modi di infilarsi nella tua bocca con un gomito.


L'hipster



Cosa credevate? Certo che ci sono anche loro! Molto in voga quest'anno il look maya-indiano e gli shorts o jeans arrotolati con espadrillas ai piedi per l'uomo; l'eterno look alla Kate Moss e gli shorts a vita vertiginosamente alta per le donne. Purtroppo anche nei casi in cui ragionevolmente sarebbe meglio evitare.


Gli ustionati



Categoria anche questa molto in voga, data la chiara incompatibilità fra pelle color latte e la permanenza in spiaggia tutto il giorno. E categoria di cui mi sento onorato di aver fatto parte.


Previsione numero 4 (livello di apocalitticità 8/10)





"Ma la line-up di quest'anno fa schifo!". A parte i nomi principali e qualche bella eccezione, forse è vero che quest'anno non fosse delle migliori. Ma in fondo vedersi in 4 giorni Crystal Fighters, Strokes (nonostante l'ora secca suonata e la fuga dal palco senza neanche un saluto al pubblico), Arctic Monkeys (nonostante Alex Turner sia sempre più convinto di essere il miglior cantante mai apparso sulla terra, sfiorando il ridicolo in certe pose e pure in certe canzoni), Art Brut, Arcade Fire, Paolo Nutini, Friendly Fires, Pendulum, Go! Team, Mumford and Sons, ti lascia abbastanza soddisfatto. Paragrafo a parte merita il gruppo-eroe del festival, e soprattutto il frontman-eroe del gruppo eroe, cioè i Primal Scream e Bobby Gillespie, che alle 3 di notte e a 50 anni hanno letteralmente smontato band con 30 anni di meno sulle spalle con una carica e un suono a cui nessun altro in questi giorni si è neanche minimamente avvicinato. Fossi in Alex Turner, me ne sarei tornato nel deserto in cui Josh Homme lo ha portato.




lunedì 18 luglio 2011

Reality Bites Festival


Non per forza i “festival” più fichi sono quelli più conosciuti. La dimostrazione che ci ha fatto capire come una Sagra della Zuppa possa magicamente trasformarsi in una pool di gente cool e indie si è presentata lo scorso week end nella nota località di … (giuro non mi ricordo il nome, comunque nelle vicinanze di Fucecchio, in altre parole un paese, seppur bellissimo nel suo essere caratteristico e mignon, dimenticato dal nostro Signore).
La Festa (omettiamo questa volta il termine festival) aveva tutte le caratteristiche delle bucoliche sagre di campagna dove si mangia e si beve, tanto e bene a prezzi stracciati.

Dopo che “i più anziani” si sono disposti intorno alla pista quadrata di legno e i vari bambini esattamente ai piedi del palcoscenico pronti per ballare in quel modo scoordinato e, più che buffo, direi quasi fastidioso, tipico dei bimbi che vanno dai due ai cinque anni, il primo gruppo ha inziato a suonare, anzi mi correggo, una ragazza. Paui è il suo nome e ci ha deliziato con “Testa di Melone” e le sue note acustiche. Hanno seguito i/gli (non saprei che articolo determinativo utilizzare) Wemen, che, se non ci fosse scritto di fianco Carlo Pastore tutti si chiederebbero: ma chi sono? Dai, quello di Mtv. Subito a seguito i Telestar: carinissimi spero leggeranno un giorno questo post perché ci hanno davvero colpito molto positivamente sotto tutti gli aspetti. E infine gli Hacienda, nota band dei pressi di Firenze che ormai seguiamo da anni e che non ci stanchiamo mai (forse un giorno si) di vedere. Ecco alcuni scatti fatti a caso con una macchina da poco! : )


La via dove abbiamo parcheggiato era già indicativa del tipo di serata che si andava prospettando


 Bambino che balla

Telestar

The Hacienda


 Un genio maledetto



T-shirt carina e amico inglese alle spalle che, da Londra, ha giustamente deciso di trasferirsi a Massarella



Carinissimi giovani indie modalità London's Corner anche nelle campagne toscane (Giacomo, Norberto e Sonny)

I nostri consigli!

Telestar - Il Profumo è Sempre il Solito



dimostrazione che anche cantando in italiano si puo' essere molto charming
 

The Hacienda - 1 Am


anche al centesimo ascolto resta sempre bellissima

citazione del "Reality Bites Festival" su Repubblica:
http://shopaholic-parma.blogautore.repubblica.it/2011/07/18/weird-fashion-country-festivals/